giovedì 28 ottobre 2010

Malinconia.

Oggi m'è presa così. Non da subito, no. Stamattina, anzi, ero su di giri, come mi succede ad ogni risveglio dopo le uscite con il Pirata. Ieri, poi, sono stata particolarmente bene con lui, nonostante il mio cattivo umore. E' stato un lento declino, fino a che mi son trovata, pochi minuti fa, a riguardare foto vecchie e non.

Mi mancano le mie amiche. Mi mancano proprio tanto, cazzo.

Ho bisogno che loro mi guardino negli occhi e mi spieghino cosa ho dentro, perchè loro mi vedono meglio di quanto non riesca a fare io. Ho bisogno che mi dicano "Stai facendo una cazzata, lascia perdere...", o "E' la cosa giusta, va avanti". Ho bisogno di un abbraccio che mi ricordi che loro, nonostante tutto, ci sono ancora, ci saranno sempre. Ho bisogno di vederle ridere di gusto nel prenderci in giro, ho bisogno di una pacca sulla spalla e di sentire che forse stavolta è la scelta giusta, ho bisogno di trascorrere una serata in "abiti informali", a base di Martini bianco e cibo cinese, smalti colorati e chiacchere.

Ho bisogno di qualcosa che nessuna mail, nessun sms, nessuna chat, nessuna telefonata, potrà rendermi mai...

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lunedì 25 ottobre 2010

Lo Psicopatico.

Lo Psicopatico è quello di cui mi sono perdutamente innamorata, fino ad annullarmi, per cui ho perso di vista me stessa e i miei bisogni. Lo Psicopatico è quello a causa del quale ho ritrovato la mia autostima sotto la suola delle scarpe, dopo quattro anni. Lo Psicopatico è quello dalle millemila pretese e senza alcun dovere. Lo Psicopatico è quello che ha sempre ritenuto che non valessi nulla, e che sarei stata persa senza lui. Lo Psicopatico è quello che non chiede scusa, perché lui è uomo. Lo Psicopatico è quello che mi ha picchiata pubblicamente, e poi ha dato la colpa a chi era presente per essere stato lasciato. Lo Psicopatico è quello che quando l’ho lasciato ho cominciato a respirare. Lo Psicopatico è quello che da quando l’ho lasciato ha capito che non è niente senza di me, che mi ama, e che io sono la migliore, la donna della sua vita. Lo Psicopatico è quello a cui faccio schifo, ma mi ama. Lo Psicopatico è quello che mi trovo accanto al semaforo, per caso. Lo Psicopatico è quello che pensa che lo amo ancora, e giorno e notte penso a lui. Lo Psicopatico è quello che mi ama così tanto che sperimenta ogni giorno modi nuovi per coprirmi di merda. Lo Psicopatico è quello che mi minaccia perché non ho pensato di indossare la cintura di castità e buttare la chiave, da quando sono single. Lo Psicopatico è quello che non mi lasciato neppure i bei ricordi. Lo Psicopatico è quello di cui non avrei mai voluto dire «Chi cazzo me l’ha fatto fare?», e di cui ora, purtroppo, non posso fare a meno di dirlo.

Il Pirata.

Il Pirata è più piccolo di me. Il Pirata non ha alcuna benda sull'occhio. Il Pirata è tenero, dolce, e mi fa sentire bene. Si dedica a me, si preoccupa e si prodiga soprattutto per il mio piacere. Il Pirata sa quando scoparmi e quando coccolarmi, anche se faccio la donna forte che non ha bisogno di carezze. Il Pirata si imbarazza se faccio discorsi spinti o allusioni. Il Pirata non risponde se gli scrivo che a me NON basta scopare una volta alla settimana.
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domenica 24 ottobre 2010

Avanti o indietro?

... Avanti o indietro?

Finalmente è arrivato: un pianto liberatorio lungo e intenso, uno di quelli con i singhiozzi forti.
Perché qua non ce la faccio più: questa casa, questa famiglia, questa situazione mi stanno strette. Mi sento sottovalutata, e in questo momento ho bisogno più che mai dell’esatto contrario. Tendo a stare fuori il più possibile, pur senza averne motivo, spesso, e anzi ritrovandomi quasi a desiderare di poter trascorrere qualche oretta di relax per conto mio, tra i miei libri, le mie foto, i miei cd… Vorrei poter avere tempo e tranquillità tali che mi consentano di studiare, dato che ogni tanto mi prende l’ansia, al riguardo, e so di essere bloccatissima al momento.  Qui, però, è impossibile. Mi sento chiusa in gabbia, e io ho bisogno di cielo e aria, di spazio vitale, di tenere le ali spiegate. Ho bisogno di silenzio, per poter ascoltarmi: sono felice? Soddisfatta, quantomeno?
Fuori di casa, sono serena, questo è certo: mi sento apprezzata, stimata, utile. Sento di star riuscendo pian piano ad eliminare i rami secchi, a circondarmi solo delle persone per cui vale la pena, a darmi solo a loro. Mi affeziono troppo facilmente, questo è una cosa che non riesco a cambiare, purtroppo. La novità, però, è che ora riesco anche a disamorarmi con altrettanta facilità! Il tutto, senza rifletterci su un granché, senza troppe paranoie, seguendo solo ciò che sento mi possa far stare bene. In fin dei conti, però, non so se sia una buona cosa o meno…

mercoledì 20 ottobre 2010

Il buongiorno si vede dal mattino.

...E, per l'appunto, da quando ho aperto gli occhi, oggi, non ho avuto un attimo di tregua.
Il momento in cui veramente ho avuto la certezza che le cose non sarebbero migliorate, è stato quando "casualmente" mi son vista spuntare l'Ex, a bordo della moto, a fianco della mia auto. Sgommata isterica, improperi, finestrini che si serrano all'istante, e lui ancora lì: mi affianca, e io neppure ci provo a svincolarmi, dato che nel traffico delle 8 di mattina lui e il suo scooter avrebbero la meglio. Mi limito a guardare fisso di fronte a me, e per un attimo temo che voglia proprio bloccarmi la strada: si pianta davanti, rallenta, costringendomi a fare altrettanto, si volta, e trova il mio sguardo piantato su di lui, senza che effettivamente io lo veda. Rischio di beccare in pieno un'auto sulla mia sinistra, cui taglio la strada nel tentativo di levarmi Lui dalle scatole, il conducente si incazza visibilmente, strombazza, e neppure lo mando a quel paese, anzi gli rivolgo un cenno di ringraziamento e persino un sorriso, sventolando la manina davanti allo specchietto retrovisore: in qualche modo sono riuscita nell'intento, dato che Lui, finalmente ha cambiato strada.
Non sono ancora arrivata a lavoro, quando mi arriva la milionesima mail: "Non credere che fossi lì di proposito, eh. Mica ti seguo. NO, io ho i cazzi miei da fare, non è che sto tutto il giorno dietro a te. E' stato solo un caso, un coincidenza, un segno del destino!". Due minuti esatti dopo: "Io ti amo, non riesco a non vederti, per te farei qualsiasi cosa."
...Se non adorassi il mio BlackBerry lo lancerei dal finestrino!  
Fortuna che ho il lavoro, e che i colleghi sono persone speciali, che capiscono il mio stato d'animo già da come li saluto al mio arrivo, e riescono pure a strapparmi una risata. Per il resto, credo proprio che, se davvero il Destino ha voluto lanciarmi un segnale, oggi, voleva dirmi esattamente che sarebbe stato meglio tornare a casa a dormire!! Semplicemente, non ho avuto, sino ad ora, un attimo di tranquillità, e, ciò che più mi preoccupa, è che in effetti la giornata è ancora lunga! Signor Destino, ti lascio il mio numero: la prossima volta, per piacere, avvisami con un sms, così non rischio di fraintendere!

Pulizia.

L’idea (o l’ispirazione) mi è venuta al termine di una, se non stressante, lunga e intensa giornata lavorativa. Ho provato a cercare qualcuno con cui fare shopping, ma ho desistito solo al primo rifiuto, il che non è propriamente da me. E così sono tornata a casa fornita di scatoloni: due, di dimensioni medio-piccole.
Ci sono rimasta male.
I ricordi di quattro anni sono comodamente entrati nei due pacchi che mi ero procurata, e che temevo (o forse speravo) non bastassero. Foto, lettere, cd, disegni, diari, persino cornici, soprammobili e qualche piccolo peluche. Non ho impiegato più di mezz’ora. È stato tutto così veloce, semplice e indolore, che mi ha lasciato dentro un senso di vuoto, di amarezza… Non pensavo che avrei versato fiumi di lacrime, ma magari che mi sarebbe venuta un po’ di nostalgia, non so… Niente. Solo senso di colpa, di tanto in tanto. Perché lui continua a cercarmi, a mandarmi mail ed sms che non ricevono risposta, a chiamarmi, perché vuole parlarmi, e io intanto stacco le foto, libero cassetti e pareti della mia stanza. Lui soffre, si dispera, e io non gli dedico che una ventina di minuti della mia giornata, giusto il tempo di fare fagotto dei ricordi degli ultimi quattro anni. Del resto, mi riprendo quasi all’istante da questi pensieri: basta ricordare a me stessa di come, sino a due mesi fa, io sia stata per lui mamma, sorella, amica, figlia, nipote, zia e cugina (tutto tranne che compagna, insomma…), il modo e l’abnegazione con cui mi sono dedicata a lui e mi sono praticamente annullata, mettendo troppo spesso a tacere i miei bisogni e i miei desideri. Ecco, questo è quel che ti rimane da pretendere, oggi, nient’altro: venti minuti, e nessuna lacrima.

lunedì 18 ottobre 2010

Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui...

Da tempo sentivo la voglia e il bisogno di un nuovo blog. Da tempo non ne curo più, credo siano anni. Qualche mese fa, in effetti, ne ho creato uno... Il punto è che, un volta completata la grafica, mi son ritrovata senza parole. E non che non ne avessi, in mente: qualcosa mi bloccava. So più o meno esattamente cosa, adesso. Le esigenze che mi portano a creare questo spazio, forse, sono le stesse di allora, le stesse, tra l'altro che sentivo a quindici, diciotto, vent'anni. Stavolta, però, prevalgono bisogni mai sentiti prima, di libertà e autenticità. Credo sia inevitabile, allora, che questo nuovo bog sia anonimo, il mio primo spazio anonimo, in cui raccontarmi e confrontarmi senza peli sulla lingua e senza inibizioni di sorta.
Spero che questo rappresenti effettivamente un piccolissimo passo verso quella libertà che cerco fin troppo smaniosamente, in questo periodo. Non che di passi in questa direzione non ne abbia fatti, ultimamente. A partire dalla decisione di interrompere la relazione con l'Ex, dopo 4 (a sentir lui, felici) anni. Che alla mia età son tanti, in questo caso, a fianco dell persona sbagliata, intendo, troppi. E appena compiuta la scelta, nell'istante stesso in cui gliela comunicavo e lo costringevo a prenderne atto sarò una stronza, ma mi sono sentita sollevata. Ho sentito così tanta aria intorno a me, che nel respirare a pieni polmoni ho temto di svenire, e intanto lui era lì a disperarsi e a chiedermi un'occasione. Sì, perchè alla fine della storia, le parti si son scambiate: io la Stronza con la S maiuscola, che senza un briciolo di cuore lo abbandona sul ciglio di una strada, in un difficilissimo periodo della sua vita, e lui, il cucciolo tenero e sfortunato che si vede strappar via in un istante, come una doccia fredda, la Donna della sua vita, il suo Angelo. Già, perchè dopo aver fatto scendere la mia autostima fino alla suola delle scarpe, e averla costretta a scavarsi da sè un tunnel ben profondo per poter continuare la caduta libera, ora, quando mi son finalmente decisa a gettare via ogni speranza e la cuffietta da crocerossina, ora, s'è reso conto che non esisterà mai sulla faccia della Terra Donna migliore di me. E sticazzi! C'è riuscito, lo ammetto, a farmi sentire seriamente una merdaccia, ma poi, a poco a poco, sono riuscita (forse ancora non del tutto), a cacciar via anche il senso di colpa, fastidioso e scomodo come un sassolino nelle mie nuovo, magnifiche scarpe!
E sono contenta di poter dire che mi sento davvero rinata, adesso, ogni giorno è quasi una nuova scoperta. Ho dentro tanta energia che a volte mi sembra di poterne scoppiare, ho quasi la sensazione di non riuscire a contenerla tutta, e avrei bisogno di urlare. Mi chiedo come sia riuscto, lui, a soffocarla dentro me per tutto questo tempo. Come io abbia potuto permetterglielo, come gli abbia potuto consentire di tarparmi le ali: questa è l'unica traccia di senso di colpa che rimane, quello verso me stessa, perchè non sono stata capace di rispettarmi e farmi rispettare. Ora, però, ho ritrovato la voglia di fare, di progettare, ho bisogno di incanalare tutta questa energia verso qualcosa di costruttivo, e non solo. Mi sembra di essere tornata ai miei 18 anni, quando interi armadi non bastavano a contenere tutti i miei sogni...